venerdì 15 aprile 2011

Skype in Italia, in Cina ed in Francia

Il Ministro Maroni a proposito di Skype ha detto: «Gli affiliati della ‘ndrangheta non parlano più col cellulare o col telefono fisso ma con Skype e questo rende praticamente impossibile l’intercettazione. In questi giorni c’è il dibattito politico sulle norme, ma qui in realtà dobbiamo capire come fare con le nuove tecnologie. Tecnicamente potremo intercettare le chiamate via skype solo se la società metterà a disposizione le specifiche tecniche. Su questo problema abbiamo anche avviato una commissione tecnica, con la presenza anche di un rappresentante del Cnr [...] Non escludo, visto che la società ha sede a Lussemburgo, di chiedere alle autorità europee di intervenire in qualche modo.


Dopo YouTube, Facebook, Twitter e altri siti sono tempi difficili però anche per Skype in Cina. Secondo quanto riferisce il Telegraph il regime cinese potrebbe rendere l'utilizzo di Skype illegale.
Nel prossimo futuro si potranno fare telefonate via Internet solo utilizzando le reti controllate direttamente dal governo mediante China Unicom e China Telecom. Un provvedimento del genere renderà di fatto Skype inutilizzabile dalla Cina.
Wang Chen, un deputato del dipartimento della propaganda cinese ha dichiarato: 'da novembre 350 milioni di informazioni rilevanti sono incluso testo, foto e video sono state cancellata dalla Internet cinese'. D'altronde gli utenti cinesi di Internet da controllare sarebbero più di 450 milioni, una massa di contenuti quasi impossibile da monitorare.
Skype assicura comunque che si potrà continuare ad usare il suo servizio attraverso il suo partner Tom Online.

A pensare questo è la Francia, o meglio la loro autority delle telecomunicazioni, che ha affermato che Skype opera al di fuori del diritto francese ed è dunque da considerarsi fuorilegge. Parole e giudizi pensatissimi che potrebbero in qualche modo influenzare anche le autority dei restanti Paesi europei, tra cui anche quella italiana.

A dire la verità, l’accusa è molto vecchia, e risale al 2007, così come la denuncia alla Procura della Repubblica Francese. L’allora procedimento, però si interruppe perchè Skype cambiò sede e trasferì i propri uffici in Lussemburgo.
Il caso ora si riapre, poiché Skype sarebbe sul procinto di venire quotata in borsa e la Commissione statunitense per i titoli e gli scambi (SEC), fa sapere che Skype dovrebbe in qualche modo risolvere i suoi problemi, pena una riduzione del valore.
Inoltre, è sotto gli occhi di tutti, l’antipatia dei gestori di telefonia tradizionali nei confronti di Skype, che viene vista come una grave minaccia. Ricordiamo, tanto per citare alcuni casi, i blocchi alle chiamate Voip sulle reti 3G di moltissimi gestori europei.
Ma quali sono le accuse che la Francia muoverebbe contro Skype?

L’AGCOM francese, fa sapere, che Skype non avrebbe risposto alla richiesta di “dichiarazione obbligatoria“, a cui devono sottostare tutti i gli operatori elettronici che lavorano o operano sul territorio francese. Skype inoltre dovrebbe sottostare a tre regole fondamentali: dovrebbe garantire le intercettazioni dei propri utenti in caso di gravi motivi di sicurezza, dare la possibilità di chiamare i numeri di emergenza e consentire la number portability.

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